sabato 30 maggio 2020

Informazione tossica STEP#21

Informazione tossica

L'evoluzione nella trasmissione delle informazioni nell'ultimo decennio è stata impressionante, ora si ha accesso a una mole di informazioni che era inimmaginabile dieci anni fa.
Questa "apertura ai molti" è però bilaterale, parallelamente alla crescita delle informazioni a nostra disposizione aumenta anche la quantità di informazioni fallaci, le, più notoriamente conosciute, fake news.
Fake News & Co: come ci raccontano una realtà che non c'è - La ...In questi giorni, in cui le nostre società stanno vivendo emergenze prima immaginabili, l’ondata di fake news che ha investito la comunicazione internet costituisce una minaccia reale per il peso che la disinformazione può esercitare sia sulla salute dei cittadini che sulle stesse istituzioni nazionali e sovranazionali. Si è recentemente giunti a campagne di notizie inaccurate “suscettibili di porre in pericolo la salute degli utenti in quanto induttivi di una sottovalutazione dei rischi potenziali del virus”, diffuse nell’ambito della promozione di farmaci o integratori o di pretese terapie o diete. Inoltre, si sono diffuse teorie complottiste miranti ad attribuire responsabilità attinenti alla origine o agli sviluppi delle epidemie. L’esito è che si è giunti a dover analizzare l’impatto della circolazione delle false notizie sulla diffusione dei virus ed a parlare di '"infodemia", ovvero la diffusione straordinaria ed eccessiva di informazioni, alcune non sempre corrette e accurate, che ha reso difficile per le persone trovare fonti attendibili e una guida affidabile quando ne hanno bisogno e, spesso, li hanno indotti a sottovalutare rischi reali.

venerdì 29 maggio 2020

Zibaldone STEP#20

(21. Sett. 1821)."Ho detto altrove che quasi ciascun individuo ha una lingua propria. Aggiungo che queste lingue individuali non solo si distinguono in certe parole o frasi abituali affatto proprie di questo o quel parlatore, ma anche nell’uso abituale di certe voci o frasi fra le molte o vere o false sinonime che ha una lingua (massime se ricca, come l’italiana) per esprimere una stessa cosa. La quale ogni volta che capita, eccoti il tal parlatore con quella tal parola o frase, e quell’altro con quell’altra diversissima, ciascuno secondo il suo costume. Così che il vocabolario di ciascun parlatore, è distinto dagli altri, come ho detto di quello degli scrittori greci e italiani individuali. Questi vocabolari composti sì di queste voci o frasi scelte invariabilmente fra le sinonime, sì di quelle che ho detto essere assolutamente proprie di questo o quell’individuo, si perpetuano nelle famiglie, perchè il figlio impara a parlare dal padre e dalla madre, e come ne imita i costumi e le maniere, molto più la lingua. Il qual effetto massimamente ha luogo nelle famiglie degli artigiani, de’ poveri, ec. e molto più in quelle di campagna, come più separate dalla società non domestica. Ha luogo pur grandemente nelle famiglie delle classi elevate, che si tengono in un piede assai casalino, o dove i figli si educano in casa, dove poco si studia e si legge, e quindi poco s’ingrandisce la lingua abituale (la quale anche è poco soggetta all’influenza dello studio), dove poco si tratta ec. E se bene osserverete troverete sempre in queste tali famiglie un vocabolarietto proprio, composto ne’ modi che ho detto. E potrete anche osservare in molte di queste, parecchie parole antichissime, e uscite dell’uso corrente, ma conservate e trasmesse di generazione in generazione in dette famiglie. Cosa che a me è successo più volte di osservare, e quelle parole o frasi non le ho mai sentite fuori o di quella tal famiglia, o di quella tal parentela. Negli altri generi di famiglie il detto effetto sarà minore, ma pur sempre avrà luogo proporzionatamente. Così le lingue si van dividendo appoco appoco nel seno di una stessa società, di uno stesso paese; il costume del padre si comunica al figlio, e si perpetua; il figlio pure inventa qualche parola ec. ec. e parimente la partecipa; le figlie le portano nelle famiglie in cui entrano; e la lingua umana si va tuttogiorno diversificando e cangiando faccia; e ciascuna famiglia viene a differire alquanto dalle altre nella significazione de’ suoi pensieri. (o parlata o anche scritta)."

In questo frammento dello Zibaldone Giacomo Leopardi tratta di come la lingua si evolva con il passare delle generazioni grazie al tramandarsi di modi di dire da padre a figlio.
Il trasmettere un determinato vocabolario ai propri figli fa si che la lingua si ramifichi con differenze più o meno marcate dovute a espressioni della data famiglia, del dato ramo.












mercoledì 27 maggio 2020

Utopia STEP#19

Un possibile schema utopistico riconducibile alla trasmissione, in particolare quella delle informazioni, che mi viene in mente è un mondo in cui qualsiasi mezzo di comunicazione sia lo specchio senza filtri della realtà.
La soggettività dovrebbe essere estirpata da qualsivoglia tipo di notizia lasciando al singolo individuo il compito di elaborare una sua oppinione in modo che le scelte, ad esempio quelle politiche, prese da quest'ultimo siano intellettualmente spontanee e prive di voluti indirizzamenti da parte della fonte di informazioni.
Tutto ciò è chiaramente utopistico, essendo estremamente difficile scindere in maniera ermetica l'animo umano tra oggettività (nel fornire notizie e informazioni) e soggettività (elaborare ciò che ci arriva dall'esterno) .

martedì 26 maggio 2020

Il mezzo di trasmissione del messaggio è il messaggio stesso STEP#18




McLuhan


Marshall McLuhan (Edmonton, Alberta 1911 - Toronto 1980) è stato un sociologo canadese noto al grande pubblico per la classificazione dei media in "caldi" e "freddi" e per le espressioni "villaggio globale" e "il medium è il messaggio".



"il medium è il messaggio"

L'espressione "il mezzo è il messaggio", considerata la riflessione più importante di McLuhan, sta ad indicare che il vero messaggio che ogni medium (mezzo di trasmissone del messaggio) trasmette è costituito anche dalla natura del medium stesso. Ogni medium va quindi studiato in base ai criteri strutturali in base ai quali organizza la comunicazione; è proprio la particolare struttura comunicativa di ogni medium che lo rende non neutrale, perché essa suscita negli utenti-spettatori determinati comportamenti e modi di pensare e porta alla formazione di una certa forma mentis.
Ciò che entra nella nostra mente attraverso l'udito, sosteneva McLuhan, non produce lo stesso effetto di ciò che percepiamo con la vista. E, sotto questo punto di vista, McLuhan individua, all'interno delle varie epoche, la prevalenza di un organo sensoriale sugli altri: l'avvento della televisione, ad esempio, ha significato il sorgere di un atteggiamento ipervisivo da parte dell'umanità occidentale, che seguiva un'epoca in cui invece la diffusione della radio aveva sviluppato molto la recettività uditiva. La riflessione di McLuhan, in questo senso, smaschera un pregiudizio comune della nostra società: che esista la comunicazione imparziale, che esista il mezzo neutro che veicoli un significato senza corpo, cioè puro, esistente di per sé e riproducibile all'infinito sempre allo stesso modo, in maniera astrattamente oggettiva.

Con l'espressione "il medium è il massaggio" McLuhan intendeva sottolineare che ogni medium condiziona i propri utenti e contribuisce a plasmarne la mente: li massaggia. Questo va inteso anche nel senso che li rassicura. Ci sono alcuni medium che secondo McLuhan assolvono soprattutto alla funzione di rassicurare e uno di questi medium è la televisione, che per lui era un mezzo di conferma: non era un medium che desse luogo a novità nell’ambito sociale o nell’ambito dei comportamenti personali. La televisione non crea delle novità, non suscita delle novità, è quindi un mezzo che massaggia ("il mezzo è il mAssaggio"), conforta, consola, conferma e "inchioda" gli spettatori in una stasi fisica (stare per del tempo seduti a guardarla) e mentale (poiché favorisce lo sviluppo di una forma mentis non interattiva, al contrario di internet e di altri ambienti comunicativi a due o più sensi).

Media "caldi" e media "freddi"

Per quanto riguarda la classificazione tra media "caldi" e media "freddi" McLuhan classifica come "freddi" i medium che hanno una bassa definizione e che quindi richiedono un’alta partecipazione dell'utente, in modo che egli possa "riempire" e "completare" le informazioni non trasmesse; i medium "caldi" sono invece quelli caratterizzati da un'alta definizione e da una scarsa partecipazione. Comunque lo stesso McLuhan nei suoi scritti cade non poche volte in contraddizione nel definire "caldo" o "freddo" un particolare Medium, nel caso della scrittura per esempio questa viene dapprima definita fredda poi "calda ed esplosiva".
McLuhan definisce medium freddi (cioè a bassa definizione) la TV, il telefono, i cartoni animati, la conversazione; viceversa definisce come caldi medium come la radio, la fotografia e il cinema.


Il villaggio globale

Quella del "villaggio globale" è una metafora adottata da McLuhan per indicare come, con l'evoluzione dei mezzi di comunicazione, tramite l'avvento del satellite che ha permesso comunicazioni in tempo reale a grande distanza, il mondo sia diventato piccolo ed abbia assunto di conseguenza i comportamenti tipici di un villaggio




riassunto STEP#24

                                      RIASSUNTO                               Il termine attorno al quale si sviluppa l'intero b...