giovedì 16 aprile 2020

Eutidemo (Platone) {STEP#08}

Eutidemo (Platone)

SOCRATE: Quale diresti che sia il suo risultato? Come, ad esempio, se ti chiedessi quale risultato offre l'arte medica, che dirige tutto ciò che dirige, non risponderesti la salute? 
CRITONE: Sì . 
SOCRATE: Che cosa produce la vostra arte, l'agricoltura, che governa tutto ciò che governa? Non risponderesti che ci offre il nutrimento che si ricava dalla terra? 
CRITONE: Sì . 
SOCRATE: Che cosa produce l'arte di regnare, che comanda su tutto ciò su cui comanda? Forse non sei assolutamente in grado di rispondere. 
CRITONE: No, per Zeus, o Socrate. 
SOCRATE: Neppure noi, o Critone. Ma almeno sai che, se è quella che noi cerchiamo, deve essere utile.
 CRITONE: Certamente. 
SOCRATE: Allora bisogna che essa ci trasmetta qualche bene. 
CRITONE: è necessario, o Socrate. 
SOCRATE: Ma io e Clinia avevamo reciprocamente ammesso che un bene non è nient'altro che una determinata scienza. 
CRITONE: Sì , dicevi così . 
SOCRATE: Allora gli altri risultati che si potrebbero attribuire alla politica - e questi potrebbero essere molti come, ad esempio, rendere ricchi, liberi e concordi i cittadini - tutti questi ci sembrarono né cattivi né buoni, ma ci sarebbe stato bisogno che la politica rendesse sapienti e comunicasse una scienza, se questa doveva essere quella che giovava e rendeva felici. 
CRITONE: è così . Allora, almeno, questo era stato ammesso da voi, stando a come tu hai riferito i vostri discorsi. 
SOCRATE: L'arte di regnare rende forse sapienti e buoni gli uomini? 
CRITONE: Che cosa lo impedisce, o Socrate? 
SOCRATE: Ma rende buoni tutti e in tutto? Ed è questa che trasmette ogni scienza, quella del calzolaio, quella del falegname e tutte le altre? 
CRITONE: Non credo, o Socrate.
SOCRATE: Ma allora quale scienza trasmette? Che uso ne faremo? Bisogna, infatti, che essa non sia artefice di nessun risultato né cattivo, né buono, e che non trasmetta nessun'altra scienza se non se stessa. Diciamo, dunque, quale sia mai questa scienza e quale uso ne faremo. Vuoi che affermiamo, o Critone, che sia quella per mezzo della quale renderemo buoni gli altri? 
CRITONE: Certamente. 
SOCRATE: Ed essi in che cosa saranno buoni per noi e in che cosa saranno utili? O dobbiamo ancora dire che renderanno altri buoni e quegli altri a loro volta buoni altri? Ma in che cosa mai siano buoni non ci appare affatto, poiché abbiamo disprezzato i risultati attribuiti alla politica, mentre si realizza proprio il detto «Corinto, figlio di Zeus», e, come dicevo, siamo lontani allo stesso modo o ancora di più dal sapere quale sia mai quella scienza che ci renderà felici. 
CRITONE: Sì , per Zeus, o Socrate, giungeste ad una grande aporia, a quanto pare.


In questo stralcio Socrate discute con suo interlocutore di quali siano i parametri perchè un'arte sia considerata utile, trattando in modo particolare l'arte di governare contrapponendola alle altre arti.
Uno dei parametri, se così si possono chiamare, è che un'arte debba trasmettere del bene. A tal proposito Socrate incalza Critone con domande insistenti al fin di determinare cosa trasmetta di positivo l'arte di regnare che sembra di primo acchito priva di questa caratteristica.








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